Giorgio Marchesi nella nuova produzione del Centro Teatrale Da Ponte

Il nuovo spettacolo targato Centro Teatrale Da Ponte, con Giorgio Marchesi, per la regia di Georgia Lepore.

Three kings è uno spettacolo insolitamente delicato, soprattutto in questi tempi bruschi e ruvidi. Il monologo di Stephen Beresford è un racconto misurato e meticolosamente costruito che parla di padri e di figli, interpretato magistralmente da Giorgio Marchesi, per la regia di Georgia Lepore. Nello spettacolo, originariamente portato in scena da Andrew Scott all’Old Vic di Londra, c’è qualcosa di malinconico e a volte quasi funebre – un’elegia interrotta però da numerosi momenti di umorismo acuto. Marchesi interpreta Patrick, il figlio di un padre eccentrico e purtroppo assente. I tre re del titolo si riferiscono ad un enigma che il padre di Patrick gli propone quando aveva otto anni, nel culmine dell sua disperata ricerca di approvazione e d’amore. Ma il simbolismo del numero tre risuona in tutto lo spettacolo, dal trio di uomini con cui Patrick condivide i propri pensieri sono ad arrivare alla trinità cristiana.

I modelli si ripetono, e il grande disordine della vita viene passato da una generazione all’altra.

Note di regia

“Mi è piaciuto subito perché nella sua semplicità è un testo “pieno”.
Di vita, dolore e vuoti. Di voci, per una voce sola.
Che parla a tutti, risponde al bisogno catartico di perdono.
È una meravigliosa prova per un attore. Necessita di intelligenza emotiva, di ironia e di un talento eclettico. L’ ho visto e ho pensato subito a Giorgio.
Perché è un attore che sa far parlare il cuore.”

Georgia Lepore

“È uno spettacolo che racconta la “corruzione delle anime”, senza giudizio o presa di posizione.
Mi sembra un testo necessario ed interessante perché tratta del rapporto intergenerazionale, così complicato al giorno d’oggi, e perché sottolinea come ognuno di noi è il risultato di educazione, stimoli e insegnamenti volontari, ma ancora di più dall’esempio e dalla formazione della nostra sfera affettiva.
È un invito a riconoscere se stessi e al tentativo di corrispondersi, migliorarsi; uno stimolo a rompere alcuni meccanismi perpetui, prendendo da chi ci ha preceduto solo quello che per noi è importante, utile, congeniale.
Senza sensi di colpa ma con un po’ di clemenza. Per gli altri e per se stessi.”

Giorgio Marchesi

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