La locandiera

Drammaturgia
Carlo Goldoni
Adattamento e regia
Edoardo Fainello 
Assistente alla regia
Giada Marinato 
Cast
Mirko Bottega
Edoardo Fainello
Massimiliano Mastroeni
Elena Saccon
Musiche
Edoardo Fainello 
Costumi
Flavia Cazzagon
Elena Gray
Scenografia
Falegnameria Campo 

Durata: 90 min
Spettacolo adatto a tutti

DONNA SOCIETÀ CARLO GOLDONI

L’opera probabilmente più famosa e rappresentata nel mondo di Carlo Goldoni, in una messa in scena immersa nella classica estetica settecentesca.
Cos’ha ancora da raccontare oggi la Mirandolina goldoniana? La forza, il desiderio d’indipendenza, il saper usare la propria intelligenza e le proprie capacità seduttive per piegare la prepotenza dell’uomo.
Un’unica donna sul palco, a dividere la scena con tre attori che ricoprono tutti i ruoli, sia maschili che femminili, in un turbinìo di ritmo e di cambi scena rapidissimi che trascinano lo spettatore attraverso un fiume di situazioni esilaranti e di repentine trasformazioni emotive.
Ambientato nella Firenze della metà del settecento, il testo goldoniano rivive in questo spettacolo attraverso l’amore profondo che il cast nutre da sempre per l’autore veneziano che ha cambiato per sempre il teatro europeo.

Note del regista

Mettere in scena “La locandiera” rappresenta in qualche modo un’enorme responsabilità, in primis nei confronti del pubblico. Come scegliere, infatti, l’impronta registica più efficace per supportare un testo che è in grado, senza nessuna sovracostruzione, di appassionare e divertire chiunque, indipendentemente dall’età e dall’abitudine alle opere teatrali? Facendo l’unica scelta, a mio avviso, possibile: mettere da parte qualsiasi impulso innovatore, per restituire alle spettatrici e agli spettatori un sistema che funziona benissimo da sé, dove tutta la macchina produttiva si limita a concentrarsi sul ritmo e sulla relazione tra i personaggi, dipinti meravigliosamente da Carlo Goldoni.

La scelta di ridurre il cast, per rendere la produzione più snella e il cast più compatto – quindi più amalgamato in un certo senso – ha portato ad alcuni adattamenti, che si sono trasformati presto in idee da sfruttare, come ad esempio la figura di Fabrizio, pensato inizialmente da Goldoni per il Brighella Giuseppe Marliani, che nella nostra versione rimane come un’ombra in sottofondo, quasi un’invenzione della locandiera di tenere a bada i corteggiatori / molestatori, ribadendo in qualche modo il suo desiderio di non sposarsi e di rimanere libera sino alla fine. Anche le due comiche, Ortensia e Dejanira, subiscono una mutazione, diventando in realtà due comici maschi che cercano di approfittarsi dell’ingenuità e dei continui desideri di conquista di conti e marchesi, travestendosi e comportandosi da dame.

Al centro di tutto, forza centripeta dell’universo maschile, troviamo una Mirandolina molto giovane, che sfoggia in modo estremamente parsimonioso le sue arti seduttive, risultando irresistibile agli occhi degli avventori della locanda proprio grazie ai suoi modi di fare a volte rudi e sbrigativi, in contrasto netto con il comportamento abituali del mondo femminile del Gran Ducato di Toscana del ‘700 -colmo di vezzi e superficialità – a cui gli stessi nobili sono abituati.

La messa in scena risulta incalzante, fluida ed estremamente godevole, soprattutto grazie alla versatilità degli attori in scena, che regalano ai caratteri della commedia anche le particolari cadenze regionali a loro associati – campana per il Conte, emiliana per il Marchese, toscana per Mirandolina, il Cavaliere ed il suo servitore, laziale per Dejanira e siciliana per Ortensia – rendendo l’opera un viaggio attraverso l’Italia del 18° secolo.

Perché piacerà al pubblico

La regionalià

Nello spettacolo tutti i personaggi parlano il dialetto regionale di provenienza (emiliano, napoletano, toscano, siciliano e laziale), regalando ai caratteri maggior spessore e forza nelle interazioni, accentandone le diverse culture e i diversi comportamenti, aumentando in modo esponenziale i lati comici che inevitabilmente emergono nei dialoghi.

Il ritmo

La messa in scena, studiata per quattro attori che interpretano i vari ruoli, è basata quasi completamente su di un ritmo incalzante e compatto, che non lascia mai un
attimo di tregua, regalando al cast risate e applausi a scena aperta proprio in virtù di evidenti dimostrazioni di bravura nel gestire l’esecuzione delle scene più complesse in modo assolutamente naturale.

La musica e i costumi

Sebbene la regia sia volutamente molto semplice e aderente alla tradizione goldoniana, sono state riviste alcune parti ridondanti che sono state sostituite con musica suonata dal vivo, tra cui una canzone appositamente composta per l’opera e cantata a quattro voci dagli attori. Particolare cura infine è stata data ai costumi, tramite la consulenza dell’Atelier Longhi di Venezia.

CAST

Mirko Bottega

Edoardo Fainello

Massimiliano Mastroeni

Elena Saccon

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