Chiude, dopo se anni di attività, la stagione estiva del Piccolo Teatro Dante di Vittorio Veneto. La proposta teatrale non poteva più andare avanti perché, visto che la media delle offerte date dagli spettatori era di circa 3,30 euro a persona, l’organizzazione non riusciva più a sostenere le spese degli spettacoli, che erano ad offerta libera.
I numeri, però, parlano di una realtà tutt’altro che in crisi: oltre 300 date all’attivo con 70 produzioni e più di 50 mila spettatori in 6 anni con tanti giovani coinvolti negli spettacoli.
In ogni caso, come recentemente precisato da Antonella Uliana, assessore alla cultura del Comune di Vittorio Veneto, non è mai arrivata nessuna richiesta di contributo all’amministrazione comunale vittoriese.
“Non è vero che la cultura non paga – ha dichiarato Edoardo Fainello, direttore dell’Accademia Teatrale “Lorenzo Da Ponte” – perché la gente vuole la cultura ma ai politici italiani, sempre più impreparati, bisogna insegnare cosa sia la cultura. Questa chiusura è una ferita ma la nostra attività continuerà. Al giorno d’oggi si mescolano senza senso cultura, intrattenimento culturale e intrattenimento non sapendo più cosa meriti un sostegno pubblico”.
“Noi non chiedevamo contributi o soldi pubblici – prosegue Fainello – ma un riconoscimento da chi dovrebbe capire il valore di una realtà come la nostra per la cultura del territorio. Ci conoscono e ci apprezzano maggiormente fuori da Vittorio Veneto, per esempio a Roma, invece che nella nostra città. Siamo l’accademia più grossa del Nord Italia con più di 200 giovani sotto i 18 anni. I nostri allievi hanno una media di 9 provini su 10 andati a buon fine”.
“La nostra realtà punterà ancora molto sulla didattica – continua il direttore dell’Accademia Teatrale “Lorenzo Da Ponte” – perché seguiamo i ragazzi in tutto il loro percorso professionale. Indirizziamo i giovani educandoli anche a reagire e a rialzarsi dopo i fallimenti che possono incontrare durante il loro cammino nel mondo del teatro. Noi non chiedevamo dei soldi, ma solo un’offerta libera, perché alcuni degli attori che si esibivano, essendo dei giovani, per quanto talentuosi non erano ancora dei professionisti competenti”.
“Purtroppo – aggiunge Edoardo Fainello – non c’è ancora una legge che distingua l’attività amatoriale da quella professionale e non c’è un albo professionale, che ti permette di chiedere un sussidio in momenti di difficoltà, per chi lavora in questo settore. Questa classe politica non riconosce la competenza di chi opera nell’ambito culturale e non pensa a provvedimenti normativi che ci tutelino realmente”.
“Presto creeremo il primo teatro della Regione dedicato ai bambini – conclude il direttore Fainello – e continueremo le nostre collaborazioni con realtà nazionali che lavorano nell’ambito del teatro. Non è vero che la cultura e il teatro sono in crisi ma è la politica che non è in grado di gestire al meglio le risorse in questi campi del sapere. Un grande problema è quello di aver sempre concepito separatamente, soprattutto in queste zone, turismo e cultura”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
Qdpnews.it