Messaggero Veneto
La Casagrande studia recitazione da 4 anni con Fainello. Sta anche scrivendo un testo teatrale tratto da Orwell
CHIARA BENOTTI
SACILE. Irene Casagrande: liceale a Sacile e molto di più. A 16 anni è con Sergio Castellitto nel cast di un film-tivù per la regia di Saverio Costanzo. Non basta: ha all’attivo 4 show teatrali. «Studio recitazione da 4 anni all’accademia Lorenzo Da ponte di Vittorio Veneto diretta da Edoardo Fainello – racconta di sé -. Mi sto impegnando al massimo».
Come si coltiva il talento?
«Devo ancora capire se ne ho davvero. Mi ritengo fortunata delle possibilità che mi hanno offerto: mi sembra un sogno e ancora devo rendermene conto del tutto. Il talento si coltiva studiando e lavorando sodo per acquisire la miglior tecnica possibile. Il talento è un buon punto di partenza».Arte e liceo: un binomio difficile?
«Concilio il mio lavoro di attrice con l’impegno scolastico grazie alla disciplina che m’impongo: li vivo come una passione. Ho tempo per capire che cosa voglio e penso a divertirmi, a studiare e a essere un’adolescente… confusa. La recitazione mi ha aiutato, permettendomi di imparare a sfruttare al massimo la mia memoria e a sviluppare un approccio ai contenuti di tipo analitico, tipico del lavoro sul testo e sul personaggio».
Come si sta nel liceo sacilese?
«Il Pujati è accogliente e stimolante. Mi piace il rapporto tra alunni e docenti. Dopo aver frequentato il ginnasio al Flaminio di Vittorio Veneto, ho deciso di completare la mia formazione secondaria nell’indirizzo di scienze umane qui a Sacile: si studia psicologia e m’interessa molto. Mi è di grande aiuto nello studio dei personaggi da interpretare».
Meglio teatro, cinema o tivù?
«Sono cose diverse: la mia formazione è di tipo teatrale: un vantaggio per quanto riguarda le tecniche di respirazione e lo studio dei movimenti; ma, davanti alla macchina da presa, è necessario abbandonare l’impostazione che a teatro ti permette di far risaltare la tua espressività e la tua voce fino al pubblico della galleria. Occorre dare spazio a un’interpretazione più naturale, che si avvicina di più alla realtà quotidiana. Il lavoro davanti alla macchina da presa risulta per molti versi più sottile, fatto di dettagli, cosa che mi piace moltissimo. Ma l’energia trasmessa dal pubblico in teatro è impagabile».
Il ruolo preferito?
«Il ruolo che sto interpretando ora a fianco di Castellitto: è molto interessante. Alice, il mio personaggio, è completamente diversa da come sono io nella realtà. Ma il ruolo che ho amato di più finora è quello di Susanna Kaysen nella trasposizione teatrale di “Ragazze interrotte”. Sto scrivendo un testo teatrale basato su “1984” di George Orwell con Federica Girardello, e sto preparando uno spettacolo teatrale con la regia di Fainello».
I sogni?
«Mi piace leggere, esco con gli amici, vado al cinema, a teatro. Dopo il diploma vorrei studiare recitazione negli States. Incrocio le dita».