Jojo ha un amico immaginario. Chi di noi da piccolo non ha mai avuto come compagno di giochi un amico immaginario? Amico non visibile certo, ma ben presente. Per qualcuno sarà stato un animale parlante, per qualcun altro una persona che stima e per qualcun altro ancora un qualcosa creato unicamente dalla propria mente. Non importa come sia fatto. L’importante è che fosse sempre lì per noi quando ne avevamo bisogno, quando ci sentivamo soli o quando dovevamo risolvere dei problemi.
Ma cosa succede quando il tuo amico immaginario è Adolf Hitler?
Jojo, la sua non è una vita facile. Un bambino di 10 anni con difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei. Impacciato e con un padre bloccato al fronte, per affrontare un mondo che gli sembra sempre ostile si rivolge all’aiuto del suo Führer.
Ma ben presto il bambino inizierà a porsi delle domande in merito alla legittimità di quello che gli viene insegnato.
Il film è ricco di dialoghi surreali, situazioni esilaranti e momenti di grandissima ironia. In una scena in cui si incontrano Jojo Rabbit con un suo coetaneo e forse unico amico, i due commentano: “Oh mio Dio, niente sembra avere più senso”. E il ragazzino serissimo gli risponde: “Yeah, penso che non sia un buon momento per essere un Nazi”. Strepitoso.
TRAMA
Johannes Betzler detto Jojo (Roman Griffin Davis) è un bambino di 10 anni fermamente patriottico e decisamente indottrinato nella dittatura nazista, come ci fa capire fin dall’inizio del film.
Oggi entri nelle file della Jungvolk, per un’adestramento molto speciale. Sarà intenso, ma oggi diventerai uomo. Giuro di dedicare tutte le mie energie e forze, al salvatore del nostro paese, Adolf Hitler. Sono disposto a dare la mia vita per lui. Dio mi è testimone.
(Jojo Rabbit)
La sua famiglia è composta da sua madre Rosie (Scarlett Johansson), una donna forte, coraggiosa;
Suo padre, che però non vedremo mai perché partito per il fronte per difendere la propria nazione;
Una sorella più grande perita all’età di 14 anni;
E un bizzarro amico immaginario, nientemeno che Adolf Hitler (Taika Waititi) o meglio una versione macchiettista e umoristica del dittatore interpretato dallo stesso regista.
In realtà ben presto ci sarà un altro membro a far parte della sua famiglia, una giovane ragazza ebrea di nome Elsa Korr (Thomasin McKenzie) che la madre tiene segretamente nascosta in casa.
È proprio la scoperta di questo nuovo membro che creerà in JoJo non pochi dubbi sui suoi principi nazisti.
Tra i due si instaura una profonda amicizia che ben presto si trasformerà in complicità e forse pure qualcosa in più.
IL PROTAGONISTA
Come si sa i bambini possono essere molto crudeli gli uni con gli altri, ma del resto sono bambini, non sanno veramente quello che stanno facendo.
Eppure una presa in giro può segnare in maniera permanente lo sviluppo del futuro giovane adulto che diventerà.
Motivo per cui, quando Jojo viene preso di mira dai suoi compagni del campo per giovani nazisti, per non aver voluto eseguire un comando dei suoi superiori e non uccidere un coniglio, gli unici appoggi che riesce a trovare sono nelle braccia amorevoli di sua madre, nel suo amico Yorki (Archie Yates) e nel suo amato Adolf Hithler.
L’unico in grado di renderlo coraggioso e farlo sentire importante.
Come sosterrà anche Elsa, la ragazza ebrea che la mamma nasconde in casa loro:
Non sei un nazista, Jojo. Sei un bambino di dieci anni a cui piace indossare una buffa uniforme e che vuole fare parte di un gruppo.
(Elsa Korr)
In ogni caso Jojo riesce a farci vedere, con incredibile curiosità e leggerezza il mondo che lo circonda. Un mondo che lo obbliga, per essere un buon nazista ad odiare il diverso e a uccidere i conigli.
Taika Waititi grazie ad un montaggio alternato con la musica rock dei Beatles che ci fa vedere Jojo salutare tutti i passanti euforicamente con il saluto nazista, ci fa capire come per lui, quel suo credo rappresenti un gioco accostato ad un senso di follia collettiva presente in questo periodo storico.
Però per quanto per Jojo il nazismo abbia tutte le sembianze di un gioco, non lo è e sua madre lo capisce bene. Rosie non vuole che suo figlio cresca con queste convinzioni e cerca perciò in tutti i modi di far riscoprire la vera spensieratezza che un bambino della sua età dovrebbe avere.
Cresci troppo in fretta! A dieci anni non si dovrebbe esaltare la guerra e parlare di politica. Dobbiamo ballare, per dimostrare a Dio che siamo liberi.
(Rosie Betzler)